Nel folto della foresta, lontano dal villaggio, c’è una casa di legno, piccola e accogliente.
Dal comignolo di pietra esce del fumo e la porta, nonostante sembri vecchia, è solida e ben tenuta.
Quando la notte arriva, quella casa, per molti viaggiatori, sembra un rifugio sicuro e allettante, in grado di poter ospitare per una notte un vagabondo solitario o un bambino che si è perso.
Niente di più sbagliato.
Nel giardino della casa sono sparse delle ossa, che per forma e dimensione ricordano quelle umane.
Un teschio ingiallito fa capolino sotto una finestra dai vetri opachi e i rovi sembrano muoversi come se fossero animati da una volontà oscura.
Persino il vento trasporta odori inquietanti e la puzza di stantio e marcio si mescola al lezzo della carne bollita.
Improvvisamente il quadretto statico si rompe, la porta viene aperta, emettendo scricchiolii di protesta, e una vecchia donna, sdentata e grinzosa, esce da quella casa, cavalcando un caprone che subito prende il verso un cielo più nero della fuliggine.
Non c’è dubbio che il pianto disperato delle madri, all’alba, romperà il silenzio, quando si accorgeranno che i loro figli sono stati rapiti dalla strega della foresta che, probabilmente, li cucinerà in attesa che qualche eroe coraggioso ponga fine alla sua malvagia esistenza.
Non vi è dubbio che nelle fiabe la strega rappresenti l’antagonista per eccellenza.
Bambini sperduti nelle foreste, principi o cavalieri si imbattono continuamente in queste creature dalle sembianze mostruose e dai poteri terribili che sembrano essere esse stesse un’emanazione malvagia e deviata del bosco, un suo riflesso distorto, una sua versione autunnale e infestata.
Il passaggio per la casa delle streghe è però necessario per l’eroe, che così acquisirà consapevolezza e testerà il suo coraggio, venendo a conoscenza di segreti utili per compiere il suo destino.
Nelle fiabe russe, che tanto spesso abbiamo citato, la strega dei boschi, cannibale, decadente e dai poteri più oscuri che mai, è rappresentata perfettamente da Baba Jaga.
Questo personaggio, che infesta gli incubi dei popoli slavi, viene descritta come una orribile vecchia che abita una izba poggiata su una zampa di gallina, in cui gli oggetti e gli animali sono suoi servi.
La sua gamba è d’osso e cavalca un mortaio volante, guidandolo con il pestello e cancellando le sue traccie con una scopa.
Al passaggio di Baba Jaga, gli alberi gemono, gli animali scappano e tutta la foresta reagisce alla sua energia oscura.
Nelle storie in cui appare, Baba Jaga è contrapposta a bambine dallo spirito puro, come Vasilisia la Bella, che viene mandata dalla sua matrigna dalla strega per riportare il fuoco nella casa.
Vasilisia con la sua naturale grazia, riesce a scampare alla fine che le era stata riservata dalla matrigna e fugge così alla famelica strega.
Come scritto nell’introduzione alle Fiabe Russe, la Baba è legata alla Luna, astro associato al potere femminile e ad altre figure divine, come Ecate o Diana.
La figura di Baba Jaga si ricollega a quella della crone, ovvero una donna vecchia ed emarginata dalla società, in contatto con il mondo occulto.
Come la Baba, anche la crone è un passaggio obbligato per l’eroe o eroina del racconto e spesso fornisce un aiuto, grazie al suo sapere magico.
La crone ha conosciuto nuova popolarità grazie al neopaganesimo e alla wicca, essendo uno degli aspetti della triplice dea.
Nella mitologia norrena, si narra che le streghe siano figlie di Loki il quale le generò dopo essersi cibato di un cuore di donna.
Nei racconti nordici si parla del seidr, una forma di stregoneria praticata soprattutto dalle streghe, in quanto considerata oscena, soprattutto se praticata dagli uomini.
Tramanda la leggenda che la prima guerra mai combattuta tra i nove mondi sia stata quella tra Æsir e Vanir, e fu combattuta proprio a causa del seidr: la dea della stirpe Vanir Gullveig, giunse ad Asgard dove cominciò a praticare la magia proibita, profanando la sacra terra.
Lo stesso Odino, per fermare la maga, la trafisse con la sua lancia e la bruciò al centro della sua sala.
Gullveig però, nonostante tutto, tornò in vita per tre volte e per tre volte subì la stessa fine per mano di Odino.
L’uccisione di Gullveig costituì il motivo della guerra tra gli dèi che si concluse con uno scambio di ostaggi: gli Æsir accolsero tra le loro fila Njordr e i suoi figli Freyr e Freyja.
La dea Freyja in particolare, dea dell’amore, della fertilità e della sessualità, era considerata una conoscitrice dell’arte magica praticata dai Vanir, arte che insegnò anche agli Æsir, ed era inoltre una volva, ovvero una sorta di maga/profetessa del nord che viaggiava di villaggio in villaggio per mettere a disposizione il suo sapere.
Il legame tra figure quali Freya e la Baba Jaga e la magia, ovvero l’arte di produrre cambiamenti grazie al proprio volere, ribaltano la figura della donna che da semplice proprietà diviene, in questo modo, padrona del proprio destino.
La figura della strega viene quindi demonizzata dalle società patriarcali, che vedono il loro potere messo in dubbio.
La figura che ricalca l’indipendenza della donna per eccellenza, e che diventa con il susseguirsi dei secoli demone e strega, è senz’altro Lilith.
Nella tradizione ebraica, Lilith è la prima sposa di Adamo ma, a differenza di Eva, rifiuta di piegarsi ai suoi desideri e fugge dall’Eden diventando così un demone del deserto.
Lilith diventa la madre dei demoni in molte tradizioni, un demone distruttivo e perverso, ma dalla grande bellezza.
Parlando di streghe, non si può non parlare della misteriosa Ecate, divinità dai molteplici aspetti che forse, più di ogni altra, risiede nell’immaginario collettivo e ha ispirato artisti di ogni tempo.
Figlia di Erebo e Notte, molteplici sono gli attributi dell’antica Ecate: è la dea dei crocevia, è detta Trivia, è legata alla fertilità, all’oltretomba ed alla Luna, regina di fantasmi e demoni, è dea della magia e ha la capacità di esaudire i desideri dei mortali.
La figura di Ecate ha anche un aspetto legato ad una triade di dee, legate alle fasi della Luna: Selene è la Luna piena, Artemide è la Luna nuova ed Ecate è la Luna calante.
Ad Ecate in poche parole, erano associati gli aspetti più profondi della psiche umana, i misteri e il potere per realizzare la propria volontà, un figura talmente potente da essere in grado di rivaleggiare con le successive divinità dei patriarcati, da sempre timorose del potere femminile.
Ecate venne quindi relegata a dea delle pratiche magiche, adorata dalle minacciose streghe di Tessaglia, capaci di mutare aspetto a piacere(potendo assumere l’aspetto di uccelli, ratti e altri animali), in grado di compiere sortilegi e ritenute anche cannibali.
La streghe di Tessaglia erano quindi creature oscure, talmente famose nel mondo antiche che anche Apuleio ne parla ne Le Metamorfosi.
Le streghe di Tessaglia fanno apparizioni persino nella storia: Erictho, strega estremamente potente e ripugnante, abitatrice di sepolcri e necromante, venne consultata da Sesto Pompeo per conoscere l’esito della battaglia di Farsalo e la strega, per rispondere alla richiesta, rianimò il cadavere di un soldato caduto.
Rimanendo nell’antica Grecia, non si può non nominare, anche se brevemente, la maga Circe.
Al contrario delle streghe di Tessaglia, Circe è bellissima ed è capace di far innamorare Ulisse.
Il suo potere è tale da trasformare i compagni del re di Itaca in maiali.
La storia delle streghe è sicuramente una storia che si interseca con quella delle donne: una volta considerate maghe potenti e divinità sacre, la donna diventastrega donna viene relegata a semplice proprietà degli uomini.
Il potere viene quindi legato all’orrore di un aspetto deturpato e di un’anima malefica, un monito per le donne che è riecheggiato nei secoli.
Nonostante tutti i secoli di violenza e persecuzione però, Ecate e le sue sorelle oscure, sono sopravvissute e continuano a vivere, non solo sui libri di storia ma anche nell’arte, nei pensieri e nei gesti di chi, ad esempio, aderisce dopo millenni alle varie correnti del neopaganesimo, dove le dee vengono ancora adorate e celebrate, lanciando così un ruggito ancora più forte dell’odio e della violenza: le dee sono ancora sui loro troni di marmo, nelle loro sale ardenti, con i cadaveri dei nemici ai loro piedi e continueranno a restare al loro posto finché la Luna resterà in cielo.
FONTI
–Fiabe Russe di Alexander N. Afanasiev
-Articolo su Ecate comparso su Il Cerchio della Luna http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_dee_Ecate.htm
–I Miti Nordici di GIanna Chiesa Isnardi
Bellissimo articolo ! Complimenti ! Vedo che sei tornato ispirato e mi piace molto il modo in cui hai parlato di un argomento ancora oggi non facile da gestire. Storicamente, moralmente e attraverso la leggenda le streghe sono sempre state dei personaggi affascinanti e tu gli hai restituito la curiosità e il mistero che meritano come figure , complimenti !
Grazie Isolde :D! In realtà ci sarebbe molto di più da scrivere, come al solito ho cercato di introdurre l’argomento nel modo più ampio possibile, però è stata davvero una faticaccia!!